OTTO
Un Amore infinito
Dicembre 2018. Mi suona il telefono e con la coda dell’occhio vedo che il numero non è in memoria. Capisco che si tratta di un nuovo cliente e anche se molto tardi rispondo dopo pochi squilli. Dall’altra parte una voce debole risponde al mio “pronto chi è” e, quasi come se avesse sentito i miei pensieri, mi chiede se disturba. Sorrido e domando di cosa si tratta. Mi dice che ha sentito parlare di me da una signora che aveva problemi con il suo cane e ora va tutto a gonfie vele dopo la comunicazione; mi confida il suo scetticismo in questa nuova tecnica della quale non ne ha mai sentito parlare, ma vorrebbe provare a capire meglio il suo migliore amico perchè crede che sia infelice. Si tratta di Otto un meticcio di 11 anni adottato dal canile anni fa e che abbaia in continuazione per tutto. Fissiamo subito l’appuntamento e alcuni giorni dopo sono davanti ad entrambi. Guardo il cane e guardo il suo custode. Come faccio di solito chiedo il permesso per la comunicazione all’animale ma quella volta capii che lo dovevo fare anche con la persona che condivideva la vita con lui. Una storia difficile e un passato turbolento li accomunava e ora che entrambi non erano più giovanissimi erano preoccupati l’uno dell’altro. Otto mi comunica subito che abbaia perchè gli urla da tempo la sua tristezza nel vedere il suo compagno che l’ha salvato da un canile non stare bene ma che vorrebbe ancora giocare, saltare e correre. A tale proposito mi dice anche che ha molto male alle gambe posteriori e che fa fatica a fare gli scalini ragion per cui ama essere preso in braccio quando si esce per fare la passeggiata e non vuole affrontare la lunga scalinata che li separa dal parco. Racconto tutto a L. che subito annuisce e mi dice infatti che fa spesso lunghi tratti con lui in braccio perchè capisce che è stanco. Rimango molto a lungo con loro insegnando piccoli e semplici esercizi che servono a calmare l’ansia del cane e noto, con estremo piacere, che entrambi si divertono e in poche ore vedo un cambiamento nel loro sguardo: più disteso, più complice , più sereno. Ci salutiamo con la promessa di rivederci entro una settimana. Quando mi presento al nuovo appuntamento mi ritrovo davanti una coppia di amici ben diversi dalla settimana precedente. L. mi dice che da quando ha capito che doveva condividere in modo più sereno la vita insieme al suo fedele amico e che l’infelicità era la sua e non quella di Otto, l’abbaiare era quasi cessato del tutto, riusciva a mangiare con la sua famiglia senza dover allungare un bocconcino ed era felice di imparare semplici esercizi di buona educazione. Durante tutta la comunicazione Otto mi è stato vicino, seduto e mi guardava ringraziandomi di aver dato un sorriso alla persona che lo amava di più. L’ho salutato abbassandomi e facendogli annusare la mano perchè non amava essere troppo toccato, così mi ha detto e così l’ho rispettato